briciole

25 gennaio 2013

Ad personam

Mi è capitato spesso ultimamente, come a molti immagino, di notare che gli ultimi spot sulle automobili richiamino tutti il valore della personalità, per dirla in semiotichese si riferiscono tutti ad una valorizzazione utopica:
Opel Mokka: non confonderti.
Auris Hybris con l’individualismo forzato dell’uomo nella folla che si ribella alla monotonia quando sente che non potrà scegliere la “sua” auto.
Anche il nuovo spot VW Golf parla di come devi “conoscere le persone per costruire loro le auto”.Il resto delle valorizzazioni a volte fa capolino nei cartelli o rimane sottinteso.

Sarò forse l’unica che in tutta questa monotonia comunicativa avverte l’importante mancanza della valorizzazione critica?
Non importa chi sono con la mia auto, soprattutto in questo famoso periodo storico di declamata crisi bisognerebbe valutare di più cosa e quanto vale un’auto piuttosto che chi e come sono con un’auto.
Che la filosofia della Batmobile non riesca a passare di moda non mi dispiace, quello che mi incuriosisce è come sia accettabile produrre diversi spot che dicono che se compri l’auto A allora emergi dalla mischia, se compri l’auto B fai una scelta diversa delle mischia e se compri l’auto C ti abbiamo trovato in mezzo alla mischia e abbiamo pensato proprio a te.
Ma come si fa ad ascoltare tante volte al giorno lo stesso messaggio rivolto a diverse marche?
Retrò? Forse. Critica? Sicuramente. Ma non posso farci niente: ogni volta che passa uno di questi spot, e loro simili, a me torna in mente una pietra miliare della stampa VW, ancora attuale:

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Questa sì che “non si confonderebbe” e sarebbe un’alternativa… e di sicuro è una delle necessità che dovrebbe riconoscere (ancora una volta) chi afferma di conosce il consumatore.

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